Lunedì dell’Angelo - Festa di San Michele Arcangelo
Il Lunedì dell’Angelo a Nicosia si festeggia, nell’omonimo quartiere, l’Arcangelo San Michele, mentre la “Pasquetta” viene fatta il giorno seguente (il cosiddetto Martedì dell’Itria).
Durante la processione, sotto i piedi della statua di San Michele (opera secentesca del nicosiano Stefano Li Volsi), che viene portata in processione per le vie del quartiere, spaventati dalla figura del santo, scappano “i diavoli dell`inferno”, contadini nicosiani travestiti con pelli nere di capra e con volto nascosto da maschere tinte di nerofumo, incalzati dall`Arcangelo che brandisce una lunga spada; tali diavoli divertono e, a volte, terrorizzano i bambini e le donne scalze ed urlanti.
Il Martedì dell’Itria (U Marte dell’Itria)
A Nicosia la Pasquetta si celebra non il Lunedì dell`Angelo ma il giorno dopo, nel cosidetto "Martedì dell`Itria"; per comprendere l`origine di questa tradizione, dobbiamo far riferimento all`antico culto mariano bizantino e, in particolare, a quello della "Madonna di Odigitria"..
La Madonna Odigitria è tra le icone più celebri della Madre di Dio, venerata tanto in Oriente quanto in Occidente. Nel V secolo, Teodosio II (408 - 450 d.C.), con la sorella Pulcheria, eressero a Costantinopoli tre basiliche mariane in luoghi detti: 1) Blacherne; 2) Chalcopratia; 3) Odeghi od Odigoi (guide).
L`icona della “Madre di Dio” (theotokos, come l’aveva definita il Concilio di Efeso del 431 d.C.) del tipo Odigìtria, venne appunto conservata e venerata nella chiesa degli odigos (delle guide), che erano incaricati di accompagnare i malati agli occhi presso una fonte non lontana, che si riteneva potesse restituire il dono della vista. Il nome Odigitria, in un`altra accezione, è anche rivolto alla Madonna che spinge gli Apostoli, dopo la Pentecoste, ad andar per il mondo a portare la parola di Dio: in tal senso l`Odigitria (nella sua variante latina iter/itineris) simboleggia il cammino.
Ad incrementarne il culto a Costantinopoli contribuì la stessa imperatrice Pulcheria, che volle stabilire una devozione particolare verso la Madre di Dio nei martedì: questo perché la definizione dogmatica della Divina Maternità pare che sia avvenuta di martedì, e anche perché di martedì (però quello successivo alla Pentecoste), per intercessione della Madonna, il popolo di Costantinopoli
Perché il Martedì ?
Perché la denominazione Itria-Idra?
A Costantinopoli l`imperatrice Pulcheria aveva stabilito una devozione particolare verso la Madre di Dio nei martedì …
…sia a causa della definizione dogmatica della Divina Maternità che il Concilio di Efeso del 431 d.C. affermava essere avvenuta di martedì…
… sia perché di martedì (però quello successivo alla Pentecoste), per intercessione della Madonna, il popolo di Costantinopoli avrebbe avuto una vittoria sui Persiani che avevano posto l`assedio alla città.
Tale riflessione potrebbe far risalire ai Bizantini l`origine della festività del Martedì dell`Itria nei centri dove essa viene praticata, e quindi essere ad esempio una prova indiretta dell`origine bizantina di Nicosia.
A RUTETA
Antica tradizione nicosiana ancora presente fino agli inizi del Novecento.
In ogni quartiere c’erano sempre famiglie povere e tra queste si sceglieva, di anno in anno, un bambino orfano o quello tra i più bisognosi: esso si adagiava dentro una piccola grotta (ruteta) fatta di pungitopo e si andava in giro per le strade dei quartieri onde ricevere, dalla generosità degli abitanti, generi alimentari quali farina, legumi, zucchero, miele, uova e, più raramente, soldi, che servivano a migliorare la dispensa della famiglia povera.
Davanti la grotta si ponevano parecchi bimbi vestiti da pastori, con costumi realizzati con carta paglia molto spessa, che portavano su di una spalla una bisaccia (sempre di carta paglia) dentro cui venivano messi i doni.
Seguivano altri bambini vestiti da angeli e il popolo che cantava.
C’era, è vero, rossore sui visi dei familiari del bambino della ruteta, ma grazie alla generosità delle famiglie, avrebbero avuto abbondanza per un bel pò.
Canti che accompagnano la Ruteta
Bala bala Bambineddo
che lo chiano e tuto to
onda posa lo to pedozzo
nasce gighe e basalicò.
E ne coghje na rramozza
e lo porte a to mamozza
to mamozza nen lo vo
te lo porte n casa tò.
Bambineddo mio tesoro
ta sta ruta ia v’adoro
ve consacro l’arma mia
vero fighjo de Maria.
Bambineddo de Messina
sete stanco stamattina
avite fato longa via
pe sarvare l’arma mia.
Bambineddo de Cartagirone
sete mpastato de zucchero e mele
de ta bocozza ve nesce lo sole
pampene d’oro e nocidde d’amore.
Te catae na carrozzella
pe nsegnarete a caminare
quante cose t’aio catato
nociddozze e caramele.
E lo povero zambataro
nen avia che ce portare
ce portao na bela scesa
cascavaddo e toma fresca.
E lo povero cacciatore
nen avia che ce portare
ce portao n conighjozzo
pe iucare lo Bambinozzo.