La Torre Campanaria
La torre campanaria è uno dei più importanti monumenti dell`architettura arabo-normanna isolana: è alta circa 40 metri ed è composta da tre ordini sovrapposti rappresentanti stili diversi e quindi epoche di costruzioni diverse.
Sulla data di fondazione, la tesi più accreditata sembra quella che essa sia sorta nel secolo XII; essa era ab origine costituita dal solo pianterreno, con 4 grandi archi d`ingresso che arrivavano al suolo di allora e che probabilmente costituiva una porta di accesso alla città.
Il primo piano, di stile gotico, fu sovrapposto nel 1393 (data incisa sul pilastro Sud-Est): esso termina con mensole sporgenti e presenta archi a sesto acuto murati, ornati con cordoni ed arabeschi; gli archi presentano entro l`ogiva rosoni a quadrifoglio e finestra di sagoma normanna che, nell`arco di prospetto è trifora, in quelle laterali è bifora ed in quella est è monofora; sulla colonnina a Sud, nell`interno, si legge la data 1440, da riferire ai lavori di consolidamento per la costruzione del terzo piano. L`interno di questo piano serviva come sala di riunione, come testimoniano i sedili murati nelle grandi nicchie delle finestre; qui si custodivano i tipi originali dei pesi e delle misure della città, e questo prova che la torre in passato era proprietà dell`Universitas e che solo nel XVI secolo divenne il campanile della chiesa.
Il secondo piano fu costruito nella seconda metà del XV secolo, ed il suo stile non è più da ascrivere al gotico, poiché le finestre con l`arco rotondo (unifora a Nord e bifore le altre) denunziano l’influsso rinascimentale; sulla parete ad est si trova il grande quadrante dell`orologio, ancora funzionante alla fine del Settecento, mentre il vacuo contiene cinque campane, tre grandi e due piccole.
La torre campanaria termina con una bella terrazza merlata, che contrastava in passato con il sovrastante pinnacolo a mattoni policromi, apposto successivamente, ma che esisteva già nel 1622, poiché si osserva nel panorama di Nicosia del coro ligneo del Li Volsi; fino ai primi anni del XX secolo, quattro piccole guglie similari erano poste agli angoli della terrazza merlata, e furono rimosse in seguito, insieme al pinnacolo, per alleggerire la torre.
Nel XVII sec., il barone Nicosia di S. Giaime ottenne dai giurati il vano a pianterreno, i cui grandi archi di ingresso erano già murati, per collocarvi la propria cappella gentilizia propria e le tombe per i propri congiunti: a tal fine vi scavò una cripta sotterranea che, già allora, iniziava a compromettere la stabilità della torre.
Nella prima metà del XIX sec. (dal 1838 al 1847), su iniziativa del Sottointendente di allora, tale Giuseppe Consiglio da Cammarata (che diede inizio ai lavori di costruzione della strada rotabile per Leonforte), si provvedeva a far abbassare il livello della strada, aggiungendo altri gradini all`ingresso della Cattedrale; gli archi di pianterreno venivano così a trovarsi sopraelevati al di sopra della zoccolatura, rendendo ancora più instabile la possente torre, che iniziava a presentare larghe incrinature lungo le sue facce.
Si cercò di ovviare al pericolo inserendovi forti catene e chiavi di contenzione.
In seguito al terremoto del 1908, la torre ripresentò nuove profonde lesioni, ed il sovrintendente di allora Rao provvedeva tempestivamente inviando sul luogo l`ing. architetto Francesco Valenti: egli provvedeva a consolidare la struttura rinchiudendola in una salda gabbia di chiavi e catene, denunciando nel frattempo che le suddette escavazioni e la franosità del sottosuolo di argilla avevano seriamente compromesso il suo equilibrio (si pensò allora di costruirvi due potenti speroni nel sottosuolo, ma non se ne fece niente).
Il problema si ripresentò nel luglio del 1934: l’allora Genio Civile di Enna vi appose una ulteriore fasciatura alla base, furono parzialmente rinsaldate le lesioni, ma del più terapeutico anello sotterraneo che, fasciando tutta la base, sarebbe stato di più indiscutibile efficacia, anche stavolta non se ne fece niente.
La situazione statica peggiorò ulteriormente quando, qualche anno dopo, il Comune costruì una serie di magazzini in prossimità della torre medesima, lungo una linea che da essa va sin sotto il palazzo del barone La Motta di San Silvestro.