
Il Rinascimento a Nicosia
Il Rinascimento è un periodo artistico e culturale che si sviluppò, a partire da Firenze e Roma, tra la fine del Medioevo e l`inizio dell’Età moderna (all`incirca dalla seconda metà del XV secolo fino al XVI secolo); in Sicilia, esso si esprime come compromesso fra classicismo, substrato culturale tardo-medievale e influssi gotico-catalani.
In riferimento all’ambiente pittorico, in Sicilia giganteggia la figura di Antonello da Messina e la sua bottega artistica; a Palermo si distingue Riccardo Quartaro.
La scultura rinascimentale giunse invece in Sicilia per opera di Francesco Laurana e di Domenico Gagini.
Francesco Laurana operò a Palermo a partire dal 1466 ed ebbe, come epigoni, Pietro del Bonitate, Iacopo de Benedetto e il carrarese Giovan Domenico Pellegrino; quest’ultimo, nel 1508, si obbligò (col nicosiano Gaspare de Uberto) a fare un sarcofago di bianco marmo per un tal Federico Catanese, defunto; per il lavoro, come riporta il Di Marzo, il compenso era stabilito in oncie quindici, con l`obbligo di collocarlo a Nicosia. Al Laurana è attribuita la statua della Madonna della chiesa di S. Maria Maggiore.
Domenico Gagini (nato nel terzo decennio del XV sec.) proveniva da Bissone sul Lago di Lugano: allievo del Brunelleschi, dopo aver lavorato a Napoli insieme a Laurana, nel 1463 si trasferì in Sicilia, dando vita a Palermo ad una bottega che sfornò una dinastia di scultori isolani.
L`esponente più importante di questa bottega fu certamente Antonello (1478-1536), figlio di Domenico, console dei marmorari di Palermo: la sua aggiornata formazione gli consentì di superare gli stilemi derivati da Laurana e dal padre Domenico, elevandosi a forme di originale eleganza.
Le opere di Antonello e della sua bottega, soprattutto le sue celebri Madonne, si possono ammirare ancora oggi in molti centri dell`isola. Nella bottega dei Gagini, oltre ad esponenti della famiglia, lavorarono anche tanti altri artisti tra cui Giuliano e Andrea Mancino, Antonio e Bartolomeo Berrettaro, Vincenzo Carrara e Fedele da Corona.
Oltre ai Gagini, altri marmorari toscani e lombardi (tra cui Gabriele di Battista) aprirono le loro botteghe in Sicilia, soprattutto a Palermo e Messina: i marmorari di Palermo (molti erano carraresi) si costituirono in corporazione nel 1487.
Il Rinascimento a Nicosia trova come protagonisti, con le loro sculture marmoree, proprio Francesco Laurana e, soprattutto, Antonello Gagini con i suoi allievi.
Le opere sono collocate nelle chiese del Carmine, di S. Agata e di S. Michele Arcangelo, nonché nelle due principali basiliche, quella di Santa Maria Maggiore e l’altra di S. Nicolò.
All’interno della basilica di Santa Maria Maggiore è collocata una statua della Madonna attribuita a Francesco Laurana, ma soprattutto vi si ammira il capolavoro di Antonello Gagini: la Cona marmorea (un enorme polittico, con base di sette metri e altezza di undici) dedicata alla vita della Madonna, proveniente dall’originaria Chiesa, dove era stata collocata nel 1512; nell’asse verticale centrale è raffigurata la vita della Madonna (il Transito, la Natività, l`Annunciazione e la Coronazione), mentre ai lati, in eleganti nicchie, sono poste le sculture di alcuni santi (i dodici Apostoli a mezzo busto nel primo ordine; Pietro, Paolo, Stefano e S. Lorenzo nel secondo ordine della scultura; San Giovanni con l’aquila, San Matteo con l’angelo, San Luca con il toro, San Marco con il leone nel terzo ordine; la Vergine, l’angelo Gabriele, San Nicola e Santa Lucia nel quarto ordine; Sant’Agata e San Giovanni Battista nel quinto ordine); in cima vi è la statua di San Michele, con la spada sfoderata e col drago in catene ai suoi piedi.
Altre opere di Antonello Gagini sono collocate nel Duomo di San Nicolò; in particolare:
- un Trittico che raffigura Cristo in trono fra una corona di Serafini (alto sei palmi e largo tre), con ai lati le figure della Madonna e del Battista (di quattro palmi ciascuna); l’opera era in origine collocata nella chiesa di S. Maria della Misericordia (ai nostri giorni ne esistono solamente i ruderi), i cui rettori (Giovanni d`Alessi e Benedetto di Calabria) avevano commissionato il 22 aprile 1510 la scultura, consegnata poi dall’artista nell’agosto dell’anno successivo;
- il Fonte battesimale posto nella prima cappella della navata sinistra, con la rappresentazione del Peccato Originale, collocato davanti ad un pannello marmoreo (opera di Mancino e Vanello, allievi del Gagini, che bazzicarono a Nicosia dal 1497 al 1499) decorato da rilievi con scene della Passione, figure di profeti, angeli, SS. Pietro e Paolo e dall’Annunciazione;
- il Pulpito marmoreo ottagonale, sorretto da una colonna con capitello corinzio: le figure in rilievo sono quelle del Cristo risorto, di S. Pietro, S. Paolo, S. Giovanni Battista e S. Nicola;
E’ attribuito ad Antonello Gagini anche il Gruppo marmoreo dell`Annunziata, collocato nella chiesa del Carmine.
Alla scuola del Gagini e ai suoi allievi, sono ancora da ascrivere:
- il Portico del Duomo, del 1489, con sei colonne in marmo che reggono archi a sesto acuto, scolpite da Gabriele Di Battista e Andrea Mancino;
- la statua di Sant’Agata, in marmo bianco di Carrara, collocata nell’omonima chiesa ed attribuita ad Andrea Mancino;
- la Madonna della Vittoria nel Duomo, anch’essa probabilmente del Mancino.
G. D`Urso